
Alla scoperta del Borgo nascosto
Domenica 18 ottobre dell’anno corrente Taranto ha deciso di mostrarci i suoi tesori nascosti, e in collaborazione con i giovani ciceroni e l’organizzazione del “Gruppo Fai Giovani” abbiamo scoperto nuovi siti ricchi di storia e bellezze.
Il percorso in questione ripercorre varie tappe: “I giardini dell’ospedale militare”, ”La Domus romana”, “La tomba degli atleti” e “la chiesetta di San Francesco di Paola al Borgo”.
-“I giardini dell’ospedale militare” sono ubicati in via Pupino, 1. La loro storia risale al 1796, quando Mons. Giuseppe Capecelatro, arcivescovo di Taranto dal 1778, edificò una bellissima villa dominante la baia di Santa Lucia raccogliendovi dentro numerosi reperti archeologici ed opere d’arte; tale villa fu espropriata nel 1893 e abbattuta per far posto al nuovo Arsenale Militare, salvando poche opere sistemate nel giardino di quello che successivamente diventerà ospedale militare. Nel 1901 fu scoperto il santuario, costituito da una cella rettangolare in “opus incertum” e dall’unica decorazione (una torcia scolpita su una stele), che suggerisce la dedicazione del sacello ad una divinità femminile dell’Oltretomba.
-“La Domus romana” situata in via Nitti, 1 è stata rinvenuta nel 1909 e con essa una parte della ricca decorazione musiva inerente a diverse unità abitative: un pavimento in tassellato bianco con doppie cornici in tessere nere con un emblema centrale risalente al I-II sec. a.C., alla stessa era risalgono anche mosaici di età Tardoantica conservati al giorno d’oggi al MArTa.
-“Tomba degli atleti” ubicata in via Crispi, 1, è uno dei monumenti più importanti dell’architettura funeraria tarantina di età arcaica: presenta una pianta quadrangolare costruita e pavimentata interamente in blocchi regolari di carparo, la struttura presentava una copertura originaria con lastroni e architravi in carparo anch’essi sostenuti da due colonne doriche allineate al centro del vano. Si ritrova nello spazio interno organizzato sul modello dell’ “andròn”, la sala da banchetto riservata agli uomini nella casa greca arcaica: i sette sarcofagi, uno dei quali mai utilizzato, disposti come i letti conviviali (la klinai) lungo le pareti. Lo spazio centrale è costituito da copie del ricco corredo di accompagnamento, posizionato all’esterno e all’interno dei sarcofagi. La struttura tombale e gli oggetti alludono agli aspetti rappresentativi della cultura aristocratica tarantina: l’atletismo e il simposio.
-“La chiesetta di San Francesco di Paola al Borgo”, fu eretto a partire dal 1881 da Angelo Cecinato su un suolo agricolo attiguo al palazzo di famiglia insistendo su una precedente cappella rurale dedicata a San Girolamo, consacrata dall’arcivescovo Oietro Alfonso Jorio nel 1899 e dichiarata chiesa pubblica. La piccolissima cappella, in condizioni precarie, è in stile gotico- lombardo; sulla facciata presenta due cuspidi laterali a forma di torre campanaria e al centro un bel rosone.
Vi sono tuttavia degli elementi ormai mancanti all’interno come la statua del Santo e i beati che trovano spazio in altrettante nicchie.
Attraverso un collaboratore del Fai abbiamo scoperto che un tempo la stanza antecedente il tempietto era una un giardino del marchese Andrea Carducci pieno di agrumeti, viali, colonne, fontane, acquari e cinque magazzini per riporre il grano.
La prima chiesa del nuovo Borgo di Taranto inizialmente era privata e ogni domenica accoglieva un parroco a celebrare messa. Questa chiesetta è ubicata in quella che era un tempo la corte dell’edificio che l’accoglie. È stata ricettacolo di ubriachi, drogati e prostitute, in quanto lo spazio era di libero accesso.
Riaperta circa un anno fa per un’iniziativa volontaria, costituisce adesso una sacrestia
inizialmente dedicata alla Madonna delle Grazie, in quanto un’antica leggenda popolare
racconta che in una delle cisterne esterne fosse caduto un bambino, percorrendo una
profondità di 10 metri e restandone illeso. Vi è all’interno del tempietto la riproduzione
della “Madonna bambina” dedicata a questa vicenda .
Molto importante in questo percorso culturale è la figura Di Filippo Girardi che ha fornito delle ottime riproduzioni disegnate da lui della struttura precedente ai lavori.
Ogni percorso culturale ha una storia, fatta non solo di date e avvenimenti ma di persone che hanno contribuito e contribuiscono ad arricchire la cultura di un paese e di conseguenza il bagaglio culturale di tutti coloro che ne vengono a conoscenza; per questo un ringraziamento va al “Gruppo Fai Giovani” al signor Filippo Girardi e a tutti coloro che hanno permesso la conservazione e valorizzazione di questo patrimonio.
Daniela Andrioli
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