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Maurizio Merluzzo: loquace come un pesce, buono come un vichingo

CONFERENZA SUL DOPPIAGGIO

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“C’è qualcuno che dà la voce ai cartoni animati! Mamma, io da grande voglio fare i cartoni animati!”

Così il doppiatore e youtuber Maurizio Merluzzo ha accolto i suoi fan domenica 29 maggio 2016 alla conferenza sul doppiaggio tenutasi al BGeek a Bari. L’incontro, è stato condotto in maniera informale, quasi a voler essere una chiacchierata tra amici, a diretto contatto col pubblico al quale ha risposto affabilmente e ironicamente, coinvolgendo i giovani e scherzando con loro fino alla fine della conferenza.

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Nato a Prato il 3 settembre 1986, è uno dei doppiatori più conosciuti in Italia.

I suoi lavori vanno dai personaggi dei cartoni animati (come Lord Boros di One Punch Man, Abarai Renji di Bleach, Sai di Naruto), ai telefilm (doppia da 4 anni il personaggio di Ragnar Lothbrok di Vikings, interpretato da Travis Fimmel), dai videogiochi (come Jacob, il personaggio principale di Assassin’s Creed: Syndicate, il Cacciatore di demoni di Diablo 3, Knuckles di Sonic Generations, Anarky di Batman: Arkham Origins), alle telenovelas (Don Justo di Una Vita) e alle serie televisive (come Catfish, nel quale doppia Nev Schulman, o Britain’s Got Talent).

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La sua passione ha origini lontane, risale ala sua infanzia quando, a 7 anni, dopo aver visto una puntata del cartone animato “Il mistero della pietra azzurra” si rende conto che il protagonista, Jean, ha la voce del presentatore di “Ciao Ciao Mattina”, Davide Garbolino; il piccolo Maurizio inizia quindi ad associare le voci dei personaggi dei cartoni animati a persone reali.

La passione per il mondo del doppiaggio è cresciuta insieme a lui e si è nutrita di riviste e quant’altro potesse servire all’uopo: ha iniziato a partecipare ad ogni recita scolastica, ad ogni laboratorio teatrale, soprattutto nel periodo delle scuole superiori. “Tutto ciò che ho fatto nella vita è stato finalizzato ad arrivare li”.

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Inizia presto a giocare con le voci, sia per divertimento, sia per aggirare il problema del bullismo e reagire in maniera positiva e propositiva all’attegiamento dei ragazzi più grandi; decide quindi di far ridere la gente, di mettersi in gioco per affrontare i problemi col sorriso e con l’ironia di modo da non incorrere nella cattiveria dei bulli. Inizia ad imitare i professori, i personaggi della Disney, della TV e dello sport, si presta come presentatore delle recite scolastiche.

Mi mettevo in gioco [...] credo che l’unico modo per sfondare la timidezza sia prenderla a calci, come per le paure

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A 15 anni scopre il mondo del cosplay, la pratica di indossare i costumi e truccarsi come i propri personaggi preferiti, tutto ciò rappresenta un metodo per raggiungere quell’obiettivo che si era posto da piccolo, “fare i cartoni animati”. Inizia quindi a frequentare tutte le fiere del fumetto; viene a contatto e conosce tanti artisti e persone del mondo dello spettacolo ma, soprattutto, inizia ad assistere alle conferenze dei doppiatori, a far loro domande e chiedere consigli. Oggi quegli stessi doppiatori sono diventati i suoi colleghi.

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Si trasferisce a Milano l’11 gennaio 2007 e frequenta il CTA, il Centro di Teatro Attivo; a metà 2007 inizia ad assistere ai turni di doppiaggio, ciò gli permette di guardare i professionisti al lavoro ed imparare direttamente in sala. Tra il 2007 e il 2008 inizia a fare alcuni provini per poter essere convocato da un direttore di doppiaggio e così poter iniziare la sua carriera di doppiatore. “I provini non finiscono mai [...] ogni volta che vado a Roma, nonostante io lavori da 8 anni, devo andare a fare i provini per farmi conoscere dai direttori che non mi conoscono.

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Maurizio fa un corso di recitazione e uno di pre-doppiaggio, un corso di preparazione al doppiaggio per lo studio del testo, essendo il copione del doppiatore ben diverso da uno teatrale. Il suo maestro è Aldo Stella che i più grandi ricorderanno ne “I cinque samurai” nel quale doppiava Sami della luce.

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Tante altre cose fondamentali si apprendono dai direttori di doppiaggio, più che ascoltando i doppiatori, “perchè se ti metti ad imitare o ad emulare un altro, non hai più la tua identità”; ciò che di più bello e profondo c’è nel doppiaggio si impara da qualcuno che dirige, che corregge, spiegando gli errori e come rendere la battuta migliore. Sotto questo aspetto, la persona da cui ha imparato di più è “Massimo Amato”, direttore di doppiaggio del film “Alvin”. “Non è detto che essere un bravo attore significhi essere un bravo doppiatore e viceversa, sono due cose ben distinte” sottolinea Maurizio “sono due modi di recitare differenti, perchè sono due approcci tecnici differenti”.

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Maurizio racconta anche i lati negativi del suo lavoro; alla domanda “come è cambiato il mondo del doppiaggio” risponde che, in otto anni, sono diminuiti sia il lavoro che i compensi. Inoltre chi doppia sa mai cosa andrà a doppiare, e spesso lo scopre direttamente in sala doppiaggio. Il lavoro di doppiatore non è tanto semplice quanto possa sembrare poichè non esiste il tempo materiale per poter studiare un personaggio.

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INTERVISTA SUL DOPPIAGGIO

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  • Sappiamo tutti che il tuo lavoro principale è quello di doppiatore. Quali sono gli studi da intraprendere? È un iter complicato? Ci sono delle basi fondamentali o delle capacità che bisogna possedere prima di poter studiare doppiaggio?

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Di base è fondamentale avere una formazione attoriale. Un doppiatore innanzitutto è un attore, quindi è fondamentale lo studio della dizione e della recitazione; praticare teatro sicuramente aiuta, e poi, se lo si vuole, specializzarsi nel campo del doppiaggio.

 

  • Essendo un doppiatore, deduco che, oltre a leggere la versione tradotta del copione, tu abbia anche a che fare con la versione originale. Credi che il doppiaggio, visto sotto l’aspetto della traduzione, faccia perdere un po’ il senso o l’impatto del copione originale?

                

Conosco il copione originale solo se capisco quello che sta dicendo. Più che della traduzione, il lavoro importante da fare è quello dell’adattamento del testo per riuscire a renderlo il più possibile simile all’originale. Non sarà mai uguale, quello è ovvio. Quindi diciamo che il discorso fondamentale sta nell’adattamento più che nella traduzione.

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  • Spesso su internet abbiamo visto che alcuni cartoni animati, soprattutto negli anni ’80/’90, sono stati censurati, con frasi o immagini tagliate o modificate o con intere puntate non trasmesse. Cosa pensi di questa censura? Pensi che la differenza culturale, in questo caso tra Giappone e Italia, debba essere “difesa” così radicalmente?

       

Io penso sinceramente che sia una minchiata, semplicemente per il fatto che è inutile censurare un cartone animato su Italia 1 e poi mandare in onda su Studio Aperto tette e culi all’aria.

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  • Nonostante tu sia un doppiatore, preferiresti vedere un programma televisivo, un cartone animato o un telefilm direttamente in lingua originale, inglese o giapponese che sia, o preferisci vederli doppiati?

            

Ma sai, dipende. Dipende dalla modalità in cui ne voglio usufruire. Ti faccio un esempio: sto recuperando “Prison Break” che non avevo mai visto. Lo sto guardando in italiano perchè c’è già. Solitamente io mi guardo in originale le cose che escono prima, ma c’è già in italiano ed è un lavoro fatto benissimo.

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  • Hai doppiato personaggi che vanno dai cartoni animati, come Bleach, Naruto e One Piece, ai videogiochi, come Assassin’s Creed, e ai programmi televisivi, come Catfish, ma qual è il personaggio che più ti ha dato soddisfazioni nel doppiaggio?

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Come dico sempre, soddisfazione a livello lavorativo me ne ha date Ragnar di Vikings, perchè appunto è un attore infinitamente bravo, e avere l’onore di “replicare” quello che lui fa nella nostra lingua per me è molto bello.

 

  • Qual è invece il personaggio che più vorresti o avresti voluto doppiare?

 

“Avrei voluto”, ti direi Kamina di Gurren Lagann. “Vorrei” ti direi Dio Brando di JoJo.

 

  • Maurizio, principalmente sei un doppiatore ma molto spesso le persone ti riconoscono più che altro per il tuo canale di youtube. Ti dà fastidio essere riconosciuto più per questo che per il tuo lavoro effettivo?

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No, perchè molte volte chi mi ha scoperto su Youtube, ha riconosciuto la voce, andando poi a ricercare altre informazioni su di me: diciamo che le due cose sono un po’ consequenziali.

 

  • Domanda probabilmente stupida: ti dà più soddisfazioni il doppiaggio o “cotto e frullato”?

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Dipende da che tipo di soddisfazioni. Se parliamo di soddisfazioni lavorative molte volte nel doppiaggio ci si ritrova a fare tante cose che non ci piacciono per portare a casa la “pagnotta”. Ahimè non capita spesso di fare cose molto belle, per lo meno io parlo per la mia persona. “Cotto e Frullato” mi da tanta soddisfazione, soprattutto quando vado alle fiere, durante i live, perchè i ragazzi ci riconoscono e quant’altro. La passione che vedo da parte dei ragazzi è molto bella. Quella è una grande soddisfazione.

 

  • C’è un progetto importante nel tuo futuro riguardante il doppiaggio che vorresti avviare o che hai già cominciato?

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Ma sai, i progetti nel doppiaggio non ci sono, per il semplice fatto che noi lavoriamo su commissione. Spero che qualcuno abbia progetti per me.

 

  • Un consiglio che ti senti di dare ai giovani che desiderano diventare doppiatori.

 

Se non hanno intenzione di metterci il 120% nel riuscirci, lascino perdere.

Maurizio Merluzzo ancora una volta si è presentato, emblematicamente, come l’esempio di un “artista vero”:

dietro ad una personalità famosa e conosciuta in tutta Italia, c’è una persona semplice; dietro il suo fisico imponente c’è una persona disponibile a raccontare la sua vita, le sue esperienze, le sue paure passate e le sue paure attuali; una persona che non sfrutta il suo status per innalzarsi al di sopra della gente comune ma che, anzi, cerca il contatto diretto con i suoi fan, che cammina tranquillamente tra di noi, e che risponde alle domande con la tranquillità e la schiettezza di un amico.

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Una sua speranza per il futuro:

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io da grande voglio fare l’attore, perchè una cosa che mi è successa negli ultimi anni è di provare quella stessa sensazione che provavo quando avevo 7 anni, ed è stato meraviglioso, perchè quando avevo 7 anni guardavo i cartoni e dicevo ‘voglio fare quello che fanno loro, voglio fare i cartoni’. Adesso guardo tanti telefilm, perchè li faccio, o film, perchè li faccio. E io mi ritrovo in una stanza buia, con una cuffia in mano, una lucetta su dei fogli stampati, quando nella televisione ci sono vichinghi che si ammazzano sui cavalli e dico ‘perchè io non sto facendo quella cosa li invece che questa?’ ed infatti è quasi un anno e mezzo che mi alleno come stuntman oltre che nelle arti marziali [...] per incrementare le mie skill attoriali. Più cose so fare, più posso essere utile”.

 

E noi non possiamo far altro che augurarti di realizzare questo sogno, perchè ne hai le capacità. Nel frattempo continueremo a riconoscere la tua voce in TV e a seguirti su YouTube, e in autunno ti aspettiamo in Accademia per un workshop sul doppiaggio.

Daniele Giacovazzo

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