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Festa di San Cataldo a Taranto

Ogni anno dall’8 al 10 maggio, Taranto celebra il suo santo patrono San Cataldo: un monaco irlandese del V secolo, eletto vescovo della città durante un viaggio in Terrasanta.

San Cataldo nacque in Irlanda, a Rachau, fra il 610 e il 620 (anche per questo è detto Patrono dei forestieri). La leggenda narra che, durante un suo pellegrinaggio in Terra Santa, sbarcò su una spiaggia del mar Grande dove lanciò un anello in mare per fermare la tempesta. In quel posto si formò una sorgente d’acqua dolce sottomarina detta l’Anello di San Cataldo, tuttora visibile.

Alla sua morte, fu sepolto nella Cattedrale che in seguito fu distrutta dai Saraceni. Nel 1094 il corpo del santo fu rinvenuto durante i lavori di ricostruzione del tempio. Fu riconosciuto grazie ad una Croce d’oro sulla quale erano incise le parole CATALDUS FA CHRI.

La tradizione gli attribuisce numerosi miracoli compiuti a Taranto: avrebbe restituito la vista ad un fanciullo e fatto tornare in vita un muratore, avrebbe guarito un cieco e una giovane pastorella muta.

Viene invocato contro le guerre, le epidemie e la morte improvvisa.

 

La tradizione vuole che la sera dell’8 maggio la statua argentea del santo esce in processione dal Duomo in città vecchia per prendere il largo su di una grande nave messa a disposizione della Marina Militare. Nello specchio del Mar Grande tante imbarcazioni, piccole e grandi, sono raccolte ad attendere ed a fare da scorta alla statua del santo. I fuochi d’artificio e le sirene delle barche salutano l’effige del santo al suo passaggio in mare: dal Mar Grande, attraverso il canale navigabile, per poi giungere nel Mar Piccolo, si rinnova simbolicamente la benedizione alla città, per fare infine rientro in città vecchia dove una nuova processione accompagnerà la statua sino al Duomo.

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Quest’anno ci sono diverse novità rispetto alle scorse edizioni. Le celebrazioni hanno preso il via domenica 30 aprile alle ore 18 con l’ostensione delle reliquie e la santa messa dell’arcidiacono del Capitolo Metropolitano, monsignor Emanuele Tagliente.

Oltre ai momenti legati alla tradizione, cioè la consegna del simulacro al sindaco (‘u pregge-il privilegio) con la successiva processione a mare su nave Cheradi e quella per Città vecchia e Borgo, spicca la 20.ma edizione della Giornata cataldiana della scuola del 4 e 5 maggio, con il concorso per il relativo manifesto, le attività sportive organizzate dal Csi, la redazione del “Giornalino di San Cataldo” con elaborati degli studenti, la partecipazione al Tarentum al reading teatrale “Aldo Moro: Martire per la democrazia”, sempre il 4, le visite alla mostra al castello aragonese “Taranto città a me cara… Moro a Taranto dagli anni della giovinezza alle visite istituzionali” (nell’ambito delle manifestazioni per il centenario della nascita dello statista) e soprattutto, il 5, primo concerto “Piccole voci per San Cataldo” in cattedrale, con la partecipazione di varie orchestre scolastiche e del grande coro di circa 250 bambini di diverse scuole primarie diretto dal maestro Andrea Gargiulo, docente di formazione orale al conservatorio “Piccinni” di Monopoli.
Sabato 6 la manifestazione “Ecco la sorgente. Qui siamo nati”, con il concerto dell’orchestra dell’istituto musicale Paisiello per l’inaugurazione del restaurato Battistero, dove l’arcivescovo collocherà una riproduzione della crocetta aurea di San Cataldo e una reliquia di Sant’Egidio (che qui ricevette il Battesimo, come anche Giovanni Paisiello) e di seguito la presentazione del secondo numero di “Fragmenta” sulle colonne e i capitelli della basilica (Mandese editore) con testi di Nicola Fasano e immagini di Piero Castronovo. Nella medesima serata, in alcuni punti della Città vecchia, i concerti della “Notte Cataldiana”, aperta dal giro dell’orchestra di fiati “Santa Cecilia” di Taranto.

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Visite guidate saranno possibili al Palazzo Arcivescovile durante la Notte Cataldiana e nello stesso palazzo la consegna del “Cataldus d’argento” il giorno 7.

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Dal 6 al 10 maggio, la manifestazione “Le piazze di San Cataldo”, percorso enogastronomico con street food e piccola fiera dell’artigianato in piazza San Costantino, pensilina liberty, pendio La Riccia, adiacenze ristorante “Al Canale”, nella piazzetta di vico Seminario e in piazza Garibaldi l’esibizione di artisti di strada. Nel museo diocesano nei giorni 5, 6 e 7, la presentazione di alcuni libri e quella dell’opera editoriale “Il Cappellone di San Cataldo: Il trionfo di Giuseppe Sanmartino e dei marmi intarsiati nella Cattedrale di Taranto” di Mimma Pasculli Ferrara e Augusto Ressa, sul restauro delle superfici marmoree.
Sulla facciata del Museo diocesano da ammirare la grande installazione artistica “Venuti dal mare” sul progetto possibile dell’accoglienza come valore condiviso, ideata da Elena Modio e realizzata da Giulio De Mitri in collaborazione con l’associazione Ohana e del circolo fotografico “Il Castello”.

 

L’8 maggio si può assistere al Palio di Taranto, competizione di imbarcazioni a remi in rappresentanza dei rioni cittadini. A seguire ci sarà la consegna della statua del Santo Patrono al Sindaco di Taranto. La statua del Santo viene posta su una imbarcazione della Marina Militare al molo S.Eligio: a bordo prendono posto il Capitolo Metropolitano con il Vescovo, i sacerdoti, la confraternita e le autorità cittadine. L’imbarcazione salpa al tramonto e si dirige verso il largo seguita da decine e decine di pescherecci, rimorchiatori e barche di ogni tipo e dimensione. Il corteo imbocca il Canale Navigabile, salutato da una folla festosa che si assiepa lungo Corso Due Mari. Al passaggio della statua lungo il canale, gli spalti del Castello Aragonese vengono illuminati a giorno dai fuochi pirotecnici.

L’attracco avviene nella Città Vecchia, alla banchina di via Garibaldi. Da qui la statua del Santo, in processione, ritorna nella Cattedrale.

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Il 9 maggio, nelle otto postazioni distribuite nella Città Vecchia fra la Cattedrale, piazzale De Tullio, piazza Monteoliveto, largo Innocentini, piazza Castello, il salone dell’Arcivescovado, palazzo Galeota e il Chiostro di Santa Chiara, avranno luogo spettacoli folkloristici e canori, postazioni gastronomiche, rassegne ludiche e artistiche.

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La sera del 10 maggio, la Marina Militare ha annunciato altre iniziative. Lungo le vie della Città vecchia saranno installate luminarie mentre le bande “Santa Cecilia” di Taranto e “Chimienti” di Montemesola suoneranno alle processioni, la processione a terra conclude i festeggiamenti. Dopo la solenne celebrazione che ha luogo nella Basilica Cattedrale, la statua di S.Cataldo, viene collocata sopra un grande carro guarnito di fiori. Un lungo corteo accompagna la processione che si snoda per le vie della città vecchia e in parte del Borgo: dietro la Statua del Santo ci sono le rappresentanze di tutte le organizzazioni ecclesiali, delle Confraternite, del Capitolo Metropolitano, degli scouts e dei sacerdoti. Davanti al carro procede l’Arcivescovo, mentre le bande intonano le musiche della tradizione.

In serata la statua di S.Cataldo torna ad essere collocata all’interno della Cattedrale. La festa si concluderà alle ore 23.30 con i fuochi pirotecnici dal castello aragonese.

Giovanna Francesca Urbano
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