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San Nicola

 ponte fra popoli e culture

San Nicola fu costruttore di unità durante la sua vita e soprattutto dopo la sua morte quando, grazie all’ evento della traslazione delle reliquie a Bari, è diventato segno eloquente di riconciliazione fra Oriente e Occidente.
L’incontro di due grandi tradizioni è favorito dunque dalla figura di un Santo che rappresenta un ponte comunicativo tra i popoli.
Questo fa della città di Bari un luogo ideale in cui riscoprire una nuova identità comune.
Un Santo che unisce tutti: Oriente e Occidente, Cristiani, Protestanti, Anglicani, Musulmani.

 

Discorso di Papa Giovanni Paolo II

Il culto per il Santo Patrono Barese arriva da lontano e coinvolge tutta la penisola italiana, prosegue con una capillare diffusione nell’Europa, tanto occidentale quanto orientale, per arrivare a toccare continenti apparentemente “lontani” come le Americhe, l’Asia, l’Africa e l’Australia. San Nicola risulta essere uno dei santi più venerati al mondo. Colui che, in nome della fratellanza, unisce mondo cristiano, mondo ortodosso e mondo musulmano.

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Ponendosi, lo stesso, come ponte fra Oriente e Occidente, fra popoli, fra culture e lingue, riveste una notevole importanza nel favorire la tolleranza e la propensione all’intercultura e all’internazionalizzazione.

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Oltre ad essere patrono di Russia, Grecia e Lorena, è anche protettore di:

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  • bambini

  • vergini

  • chierichetti

  • pellegrini e viaggiatori

  • commercianti,

  • avvocati

  • giudici

  • notai

  • farmacisti

  • osti e commercianti di vino

  • fabbricatori e commercianti di profumi

  • pescatori, marinai e zatterieri

  • mugnai, panettieri e commercianti di grano e di semi

  • macellai

  • mastri birrai e distillatori

  • contadini

  • tessitori

  • commercianti di panno e di pizzi

  • scalpellini

  • operai nelle cave

  • rilegatori

  • bottonai

  • candelai e pompieri

  • prigionieri

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Inoltre si può pregare San Nicola:

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  • per la buona navigazione

  • contro il pericolo dell‘acqua sia sulla terraferma che sul mare

  • contro i ladri

  • perché aiuti a riavere gli oggetti persi o smarriti.

La figura di San Nicola, come quella di molti altri Santi, è avvolta nel mistero: le uniche notizie che ci sono perenute narrano che nacque tra 260  e il 270 d.C. a Pàtara, importante città della Licia,  penisola dell’Asia Minore (attuale Turchia). Il suo nome, Nikòlaos, significa popolo vittorioso, e il popolo avrà uno spazio notevole nella sua vita - durante la vita si prese sempre carico di orfani, di vedove e di gente perseguitata -.La leggenda narra che ereditò una grossa fortuna dai genitori e che la sua bontà lo indusse a distribuirla ai poveri del suo paese.

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Si spostò ben presto a Myra, nell’attuale Turchia, dove intraprese la carriera ecclesiastica e dove rimase fino alla morte. Si narra di una prigionia sotto l’Imperatore Diocleziano nel 305 e di una successiva scarcerazione nel 313 sotto Costantino.

Secondo la tradizione era già anziano al tempo del concilio di Nicea. Come della sua nascita, anche della sua morte non si hanno notizie certe, morì presumibilmente il 6 dicembre del 343 e il suo culto si sviluppò ed espanse notevolmente, giungendo fino alla penisola italiana, specie nel meridione.

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La città di Bari, a quel tempo sottomessa al controllo bizantino, rivaleggiava con la potentissima Venezia dal punto di vista economico, ma l’acredine tra i due fiorenti centri marittimi si acuì ulteriormente proprio a proposito della volontà di entrambe di impossessarsi delle reliquie del Santo. Le due città erano considerate, in Oriente, baluardi della cristianità e come tali possibili ancore di salvezza per la conservazione delle reliquie di San Nicola in caso di occupazione di Myra da parte saranecena. Sembra addirittura che fossero state recapitate due lettere ai governanti di Bari e Venezia affinchè organizzassero una spedizione per la traslazione delle reliquie stesse.  I 62 marinai baresi, che per primi raggiunsero l’Asia Minore, in fretta e furia riuscirono a portar via buona parte dello scheletro di Nicola di Myra e, tornati in patria, il 9 maggio 1087, deposero provvisoriamente i resti nel monastero di San Benedetto retto dall’abate Elia finchè questi, una volta fatto vescovo, commissionò la costruzione di una nuova chiesa, l’attuale Basilica minore di San Nicola, che potesse ospitare definitivamente le spoglie. Esse furono trasferite nella cripta della Basilica direttamente da Papa Urbano II il 1 ottobre 1089.

I resti del Santo sono conservati anche a Venezia e in Lorena, rispettivamente presso le chiese di San Nicolò del Lido e nella Basilica di Saint-Nicolas-de-Port, mentre il suo culto, esteso sia tra i credenti cattolici che tra gli ortodossi, trova larga diffusione in più di duecento comuni italiani.

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Il grande corteo storico che attraversa la città di Bari ogni 7 maggio rappresenta una maestosa messa in scena della spedizione in Oriente, emblematicamente rievocata attraverso la sfilata della caravella, l’imbarcazione allora utilizzata dai marinai baresi per raggiungere le coste della Licia, accompagnata da centinaia di figuranti in costume nonché dalla riproposizione di alcuni tra i miracoli e le leggende legate alla figura del Santo, tra cui la vicenda delle tre sorelle che il vescovo salvò dalla prostituzione alla quale il padre voleva iniziarle non potendo disporre dei mezzi necessari per assicurare loro una dote dignitosa o la resurrezione di tre fanciulli brutalmente assassinati da un macellaio che voleva rivenderne i resti.

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L'episodio ha dato origine a canti popolari, poco noti ma spesso suggestivi, dei quali citiamo quello raccolto e riportato da Gerard de Nerval nelle Figlie del fuoco.

C'erano una volta tre bambini
che andavano a spigolare in un campo.

Arrivano una sera da un macellaio
"Macellaio, potresti ospitarci?"
"Entrate, entrate, piccoli,
c'è posto senz'altro."

Erano appena entrati,
che il macellaio li ha ammazzati,
li ha fatti a pezzettini,
li ha messi a salare come maialini.

San Nicola dopo sette anni,
San Nicola arrivò in quel campo.
Se ne andò dal macellaio
"Macellaio, potresti ospitarmi?"

"Entrate, entrate, San Nicola,
posto ce n'è, non ne manca davvero"
Era appena entrato,
che chiese da cena.


"Volete un pezzo di prosciutto?"
"Non ne voglio, mi sembra brutto"
"Volete un pezzo di vitello?"
Non ne voglio, non è bello!

Voglio proprio il salamino,
che sta a salare da sette anni!
Quando il macellaio lo senti,
fuori dalla porta se ne fuggi.

"Macellaio, macellaio, non fuggire,
pentiti, Dio ti perdonerà."
San Nicola posò tre dita
sull'orlo del salatoio.

Il primo disse: "Ho dormito bene!"
Il secondo disse: "lo pure!"
Rispose il terzo: "Credevo d'esser già in paradiso!"

La mattina dell’otto maggio l’effige del patrono, precedentemente esposta sulla caravella, viene condotta in processione in mare (Nicola è considerato anche il protettore dei marinai e dei pescatori) con l’ausilio di un peschereccio selezionato a sorteggio. I festeggiamenti si concludono con un suggestivo spettacolo pirotecnico il 9 maggio, durante quella che è universalmente riconosciuta come la “festa dei baresi”, giorno che coincide esattamente con quello dello sbarco in città delle reliquie.

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Non solo solenni celebrazioni religiose ma anche manifestazioni civili e culturali, per festeggiare il Santo Patrono di Bari, San Nicola. Sono i giorni intensi della 'Sagra di maggio', quelli in cui la città rende omaggio al suo Santo, ricordando la Traslazione delle reliquie da Myra a Bari. I festeggiamenti cominciano il 20 aprile con la rievocazione della partenza delle reliqui da Myra e terminano il 22 maggio con la festa della traslazione secondo il Calendario Giuliano. 

Rosa Cuzzocrea
Daniele Giacovazzo
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