
L’arte del fumetto e Giuseppe Sansone

Originario di Trani, Giuseppe Sansone collabora con la Disney Italia dal 1999 come disegnatore e sceneggiatore.
Nella collana Disney Fantasy sono state pubblicate le sue ministorie incentrate sul personaggio ispirato a Ciccio, Il Prode Lancicciotto; le avventure monotavola di Archimede preistorico sono apparse nel volume I Paleopaperi.
Ha disegnato storie a fumetti su personaggi pugliesi (San Nicola a fumetti, 2003; Padre Pio, 2001).
Suo il fumetto storico Melo da Bari e il mantello delle stelle (Edizioni di Pagina, Bari 2011), che narra di intrighi e battaglie nella Bari bizantina dell’undicesimo secolo.
Suoi i fumetti Conosci la Puglia? (Bracciodieta editore 2000), Gino e l’inquinamento biologico (2001), Time Trip Experience (2001), La Stòrie de Sanda Necole e la Stòrie de re Sànde Mìidece raccontante da Vito Signorile (Gelsorosso edizioni e Quorum Italia).
​
Nel 1989 e nel 1992 realizza i poster caricatura delle squadre di calcio del Bari e del Foggia per la “Gazzetta del Mezzogiorno”.
Nel 1993 è premiato come miglior umorista presso l’Expo Comics di Bari.
Nel 1997 frequenta l’accademia Disney e l’anno successivo partecipa al concorso “Le grandi civiltà viste attraverso i personaggi Disney” con una rivisitazione della Scuola di Atene di Raffaello, piazzandosi al quarto posto.
Esordisce come disegnatore Disneyano con I Bassotti in: Attenti al cane su Topolino n 2262 del 6/4/1999, testi di Tito Faraci.
Diventa anche sceneggiatore a partire dal ciclo di tavole I Bassotti in apparse su “Topolino” nn. 2474-2476 dal 29/4 al 13/5/ 2003. Continuerà a realizzare per “Topolino” diversi lavori degni di nota.
Ultimamente sta lavorando ad una Graphic Novel con una storia tutta sua, e ad un libro a fumetto su una tematica molto delicata.

Abbiamo incontrato il fumettista al BGeek, il festival del fumetto, e gli abbiamo posto una serie di domande sul suo lavoro, sulla sua arte e sulla sua abilità.
​
-
I tuoi lavori spaziano da un tema all’altro con una grande facilità. Quanto studio c’è dietro questa passione e dietro questo marasma di meravigliosi fumetti?
Più che spaziare, a volte sono delle esigenze poiché quando lavori devi accettare tutto senza fare troppo lo schizzinoso. Io riesco a spaziare abbastanza bene dall’umoristico al realistico, tuttavia, se devo essere sincero, con il fumetto realistico ho qualche difficoltà poiché si richiede uno studio molto più dettagliato dei particolari, dell’anatomia del corpo umano; soprattutto se si tratta di un fumetto storico ci deve essere anche una ricerca del dettaglio dei costumi e dell’ambientazione storica.
Qualche anno fa ho pubblicato un bel lavoro su Melo da Bari per il quale ho avuto il valido supporto di Nino Lavermicocca; utilissime sono state le sue indicazioni tecniche da studioso.
Anche volendo partire da una storia medievale, non bastano bravura e precisione, bisogna documentarsi tanto poiché la ricerca storica ha bisogno di fedeltà, a differenza del fantasy in cui è presente il massimo dell’immaginazione e della fantasia.
-
Hai lavorato per la Disney, il mondo incantato nell’immaginario di ognuno di noi, come ti sei trovato?
Lavorare per la Disney è sicuramente bello ed entusiasmante; a me personalmente crea una certa tensione in quanto mi rendo conto di lavorare per un gigante e quindi tendo a dare il meglio di me, … non che con gli altri lavori meno o peggio, semplicemente, con gli altri, riesco ad avere un rapporto più amichevole, lavorando in un clima più disteso in cui potermi prendere i miei tempi; con la Disney ci sono delle scadenze rigide da rispettare e bisogna confrontarsi con dei mostri di bravura.
-
Sei di Trani, come è nata l’idea del fumetto su San Nicola e la collaborazione con Vito Signorile?
Non ti nascondo che è quasi pronto anche un San Nicola Pellegrino, sempre in collaborazione con Vito Signorile, ma per il momento è tutto fermo in quanto stiamo aspettando le autorizzazioni della Curia. Dopo aver fatto San Nicola di Bari mi sono chiesto perché non far conoscere al grande pubblico anche il San Nicola di Trani, sicuramente meno conosciuto ma con una gran bella storia. Essendo di Trani ho voluto omaggiare il nostro santo e poi c’è sempre la questione del doppio linguaggio: l’italiano e il dialetto, in questo caso il tranese che ha una sua sonorità.
-
Gino, il tuo fumetto, pone in evidenza il problema dell’inquinamento. Sei molto attento ai problemi attuali?
Gino è un personaggio che sto portando avanti e che spero, a breve, di tirare fuori dal cassetto in maniera definitiva. E’ un personaggio che richiama un po’ il malcontento generale che si vive oggi. Gino affronta “una giornata di ordinaria follia nel traffico cittadino” della sua città, alle prese con la difficile impresa “quotidiana” di arrivare in auto al lavoro e timbrare il suo cartellino, attraversando la città con il miraggio di un parcheggio impossibile (sob!) in un folle slalom nella giungla d’asfalto, tra strombazzamenti apocalittici, pullulante di una ricca fauna di esemplari umani della specie “automobilisti”: dagli “sputatori” ai “cellularidipendenti”, dai “truzzomobili” ai prepotenti, agli imbranati fino ai “verbalclacson” e ancora tanti altri.
Mi piace molto lavorare di fantasia, mi piace anche molto l’umorismo, mi piace far ridere e divertire la gente, tuttavia mi rendo conto che in tutto questo contesto ci devono essere degli elementi - che rappresentano i nostri problemi quotidiani – che devono far riflettere divertendo: e così, ridendo e “schizzando”, la realtà ispira la fantasia e la fantasia diventa realtà.
-
Mi parli del fumetto “Conosci la Puglia?”?
E’ un mio vecchissimo lavoro, una delle mie prime cose, un esperimento che feci con l’editore barese Bracciodieta: era un foto-fumetto, una specie di ibrido. Sinceramente non sono mai stato del tutto convinto perché sono due cose che non si collegano molto bene e quindi, a parer mio, non sono soddisfacenti.
-
Il tuo pubblico, a parte gli eterni Peter Pan come me, suppongo che sia composto da giovani e giovanissimi, sbaglio? Quanto ti seguono le nuove generazioni, quelle ormai disabituate a leggere?
Topolino, a dispetto di quello che si possa pensare, è letto principalmente da adulti, tuttavia c’è anche la generazione nuova che bisogna soddisfare: bisogna essere molto attuali. Solo per farti alcuni esempi si creano le parodie sul Festival di Sanremo, sulla trasmissione di Carlo Conti, ecc. Sull’ ultimo Topolino c’è il fumetto in cui si trova Laura Pausini in versione paperesca, in versione Disney, che piace molto ai ragazzi ma anche agli adulti.
Inoltre sto cercando di accomunare e coinvolgere tutti i lettori attraverso il personaggio di Paperino Paperotto (lanciato qualche anno fa dalla Disney) e attraverso la storia del calcio e della squadra della Paperopolese.
​
-
Se ti dovessero chiedere come si fa a diventare disegnatore /fumettista che consigli daresti loro?
Quando faccio dei corsi di fumetti, per lo più indirizzati a bambini di massimo dieci anni, mi accorgo che sono tutti potenzialmente dei disegnatori perché hanno l’immediatezza, il senso della proporzione e un buon utilizzo del colore; sono tutte qualità che hanno tutti i bambini, poi crescendo ci si convince di non saper disegnare. Bisognerebbe proseguire nell’esercizio e continuare a confrontarsi con gli altri, è l’unico modo per arricchirsi e per migliorarsi: in questo modo chiunque può diventare disegnatore.
-
Quindi tanta pratica?
Si, tanta pratica e tanta costanza, tanto impegno e tanta fantasia.
Ai ragazzi oggi dico che vanno bene i mostri, gli zombie, la fantascienza, il mistero, però abbiamo bisogno di ridere e di divertirci.
​
Si ringrazia l’artista Giuseppe Sansone per la disponibilità e la simpatia.
Rosa Cuzzocrea